Sintesi
- Accordo commerciale “quadro” USA-Cina, i dettagli non sono ancora molti.
- Il dollaro scende ai minimi di tre anni tra le continue preoccupazioni per l’economia USA.
- L’inflazione statunitense è aumentata meno del previsto, raggiungendo il 2,4% a maggio.
I colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina tenutisi a Londra sono culminati in una tregua prolungata tra le due maggiori economie mondiali, ma la mancanza di dettagli ha lasciato gli investitori con il fiato sospeso.
L’accordo, che è soggetto a un’approvazione finale, aumenterebbe le forniture di metalli e minerali di terre rare agli Stati Uniti, mentre potrebbero essere allentate le restrizioni sulle esportazioni di chip e semiconduttori AI verso la Cina.
Le due nazioni avevano raggiunto una tregua temporanea sulle tariffe commerciali, impegnandosi in Svizzera il mese scorso a tagliare le rispettive tariffe del 115% e a concedere una pausa di 90 giorni per risolvere la guerra commerciale, prima di accusarsi reciprocamente di aver violato l’accordo.
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Il dollaro riprende a scivolare
Il dollaro USA è sceso ai minimi di tre anni, dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di voler imporre nuovi dazi ai partner commerciali nelle prossime settimane.
L’euro, nel frattempo, ha toccato il livello più alto nei confronti del dollaro in quasi quattro anni1, mentre gli investitori cercano beni “rifugio”. Quest’anno il biglietto verde ha perso quasi il 10% di valore rispetto a un paniere di valute principali2 .
I titoli azionari in Cina e a Hong Kong, che all’inizio della settimana si erano avviati a un mercato rialzista in vista dei colloqui di Londra, giovedì sono scesi, guidati dai ribassi del settore tecnologico, in un contesto di incertezza commerciale. L’indice di riferimento Hang Seng di Hong Kong ha chiuso in calo dell’1,36%, mentre l’indice Hang Seng Tech ha chiuso in ribasso del 2.20%3.
Figura 1: L'andamento irregolare dell'Hang Seng
“Siamo più vicini alla fine che all’inizio della guerra commerciale”, afferma Martin Shultz, Head of International Equities di Federated Hermes, aggiungendo che “in Cina il sentiment dei consumatori si sta riprendendo, il mercato immobiliare potrebbe aver toccato il fondo e il governo di Pechino ha fornito ulteriore supporto politico.“
Le questioni geopolitiche [legate alle tensioni tra Stati Uniti e Cina] rimangono, ma crediamo che questo mercato toro abbia le gambe lunghe”, afferma.
Schulz aggiunge: “Gli Stati Uniti e la Cina hanno capito che devono fare una pausa. Le due nazioni hanno ancora una forte relazione commerciale. In fin dei conti, la Cina ha bisogno di accedere agli avanzati semiconduttori statunitensi e gli Stati Uniti hanno bisogno delle risorse di terre rare della Cina. Anche se i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina non porteranno a un accordo importante nel breve termine, potrebbero aver creato la base per raggiungerne uno”.
"Anche se i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina non porteranno a un accordo importante nel breve termine, potrebbero aver creato le basi per raggiungerne uno"
Altrove…
L’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti è risultato più debole del previsto a maggio. Su base annua, il mese scorso l’inflazione è salita al 2,4% dal 2,3% di aprile, leggermente al di sotto del 2,5%4 previsto.
“Questo dato ha mostrato la scarsa influenza dei dazi e che il ritmo dell’inflazione continua a diminuire, anche se lentamente”, spiega Damian McIntyre, Senior Portfolio Manager, Multi Asset Solutions, di Federated Hermes.
“Le small cap statunitensi, ovvero le società con una capitalizzazione tra 250 milioni e 2 miliardi di dollari, sono state le maggiori beneficiarie (con un balzo di oltre 100 punti percentuali nei 15 minuti successivi alla pubblicazione dei dati sull’inflazione negli Stati Uniti).
I rendimenti, tuttavia, sono scesi: il Treasury USA a 10 anni è passato dal 4,50% al 4,43%, mentre il Treasury USA a due anni è sceso dal 4,04% al 3,94%”, aggiunge McIntyre.
“Rimaniamo sovrappesati sulle azioni, con inclinazioni verso large value, small growth, small value e mercati emergenti. Per quanto riguarda il reddito fisso, rimaniamo difensivi con un sottopeso nell’high yield e siamo leggermente lunghi in termini di duration”.
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