Jonathan Pines, CFA
Nel nostro benchmark per l’Asia ex-Japan figurano quattro grandi componenti: Cina, Corea, Taiwan e India. Tra queste, la performance di Cina e Corea negli ultimi dieci anni e mezzo è stata particolarmente deludente. La Cina scambia ai minimi storici rispetto al resto del mondo mentre la Corea scambia a un multiplo medio prezzo/valore contabile inferiore a uno. Molti singoli titoli di entrambi i paesi scambiano a multipli prezzo-utile a una sola cifra, offrendo rendimenti da dividendi insolitamente elevati.
Le performance scadenti della Cina e le valutazioni a buon mercato sono il risultato del deterioramento dei rapporti con l’Occidente e del rallentamento della crescita, causato a sua volta da un settore immobiliare che ha assunto dimensioni spropositate rispetto al resto dell’economia. La bassa valutazione della Corea può essere ricondotta a una forte concentrazione di società cicliche, molte delle quali si prevede (almeno per ora) avranno un calo degli utili, e a una governance aziendale carente, che si traduce in un trattamento scorretto degli azionisti di minoranza.
Upcoming webinar: Federated Hermes Asia ex-Japan Equity
31 January 2024 | 09:00-10:00GMT
Join us for the next Federated Hermes Meeting Room: Virtual portfoIio briefings on Asia ex-Japan Equity on Wednesday 31 January 2024, with Jonathan Pines, CFA, Lead Portfolio Manager, Sandy Pei, CFA, Deputy Portfolio Manager and James Cook, Investment Director.
Quando le azioni sono così a buon mercato, basta che le notizie siano meno negative del previsto per farle risalire.
Tuttavia, alla luce delle valutazioni estreme offerte, in termini sia assoluti che relativi, puntiamo su un rendimento superiore dei mercati azionari sia della Corea che della Cina. Quando le azioni sono così a buon mercato, basta che le notizie siano meno negative del previsto per farle risalire. In Cina, lo slancio potrebbe derivare da un allentamento delle tensioni con gli Stati Uniti e dal costante sostegno degli stimoli politici (seguito dal timore di perdere l’occasione buona da parte dei gestori di fondi sottopesati). In Corea, l’attesa dell’inizio di cicli positivi nei settori chiave e il graduale miglioramento nella governance (partendo da una base bassa) potrebbero comportare un rialzo delle quotazioni azionarie, man mano che emerge una classe di investitori attivi coreani sempre più influente.
Le tigri che non ruggiscono
Kunjal Gala
La Cina è la seconda economia mondiale e rappresenta un terzo dell’universo dei mercati emergenti e la metà del relativo PIL. La Cina è un importante attore della catena di fornitura globale e leader in aree critiche come le tecnologie per le energie rinnovabili, le batterie per veicoli elettrici e la produzione di chip maturi. Si sta anche rapidamente mettendo in pari in altri settori avanzati come la biotecnologia, l’automazione, la robotica e l’intelligenza artificiale (IA). Pertanto, non è possibile ignorare completamente questo mercato. Non condividiamo l’opinione diffusa nel mercato secondo cui “la Cina sia in gran parte non investibile” e riteniamo che il Paese presenti un profilo di rischio-rendimento favorevole.
La Cina si trova in un bivio cruciale che presenta molteplici sfide, incluse la rivalità geopolitica con gli Stati Uniti, le conseguenze della pandemia e le tensioni nel settore immobiliare, solo per citarne alcune. Si tratta di questioni estremamente impegnative che metteranno alla prova la determinazione della leadership cinese.
Sebbene le sfide siano significative, ci auguriamo che la leadership non abbia ceduto alla domanda di significativi stimoli fiscali da parte del mercato, in quanto ciò equivarrebbe a “dare un calcio al barattolo” anziché risolvere i problemi strutturali dell’economia. La Cina crede fermamente nella riduzione della leva finanziaria, che riteniamo essere la strategia corretta. Pertanto, la nostra attenzione si è spostata dalla riapertura dell’economia alla transizione economica verso un’economia a più alto valore aggiunto.
Una politica credibile volta a stabilizzare l'economia aiuterà la Cina a sovraperformare gli indici globali nel breve termine.
Sebbene ridurre la leva sia doloroso nel breve termine, aiuterà l’economia a crescere in modo sostenibile nell’arco di un periodo più lungo, senza doversi preoccupare troppo delle bolle di debito/asset. Una politica credibile volta a stabilizzare l’economia aiuterà la Cina a sovraperformare gli indici globali nel breve termine. Tuttavia, la sua performance a lungo termine dipenderà da quanto efficacemente la leadership cinese gestirà la transizione economica.
Quest’ultima implica l’abbandono della dipendenza dalla proprietà immobiliare e del forte orientamento alle risorse (la dipendenza da una fornitura sempre crescente di materie prime ed energia per alimentare l’attività economica) a favore di altri motori di crescita più sostenibili, come l’aumento dei consumi della classe media, il miglioramento della qualità della vita delle persone e la crescente attenzione verso attività a più alto valore aggiunto – che aiuteranno l’economia a svilupparsi con un’allocazione del capitale migliore, più efficace e più produttiva.
Mohammed Elmi, CFA
Scongiurare la recessione immobiliare sarebbe altamente auspicabile e potrebbe rivelarsi decisivo.
La Cina sta rapidamente diventando un tema dominante nei mercati del rischio e, se la situazione dovesse peggiorare, nel 2024 potrebbe pesare sul sentiment nei mercati emergenti.
Molti speravano che la riapertura dell’economia dopo la fine della politica “zero-Covid” avrebbe alimentato un’impennata economica, come quando la Cina si era ripresa dalla crisi finanziaria globale del 2008-09, risollevando il resto del mondo. Questa visione non ha tenuto conto del fatto che le numerose problematiche della Cina sono lì da prima del Covid, e che il suo rigido approccio alla gestione della pandemia ha solo peggiorato le cose, segnando psicologicamente la popolazione. Sebbene alcuni dati economici ad alta frequenza siano leggermente migliorati (forse indicando un rimbalzo ciclico), permangono le questioni a medio e lungo termine. Nel 2024, le autorità dovranno occuparsi del mercato immobiliare e del debito associato, sotto forma di prestiti e mutui ipotecari dei costruttori, per consentire una ripresa significativa della crescita. A fronte di un contributo diretto e indiretto pari a circa il 25% del PIL, scongiurare la recessione immobiliare sarebbe altamente auspicabile e potrebbe rivelarsi decisivo.
Anche le elezioni presidenziali statunitensi del 2024 hanno la capacità di influenzare in modo incisivo il rischio dei Mercati Emergenti, in quanto qualsiasi cambiamento nelle relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e i singoli paesi o blocchi dei Mercati Emergenti può influire sugli spread. Uno dei rischi geopolitici più significativi in questo contesto è l’escalation delle tensioni commerciali con la Cina. La riconferma di Biden potrebbe tradursi in un continuo miglioramento delle relazioni, come testimoniato dai colloqui più recenti in California. La vittoria di Trump potrebbe farci assistere al ritorno di una politica estera transazionale, dove le sanzioni vengono utilizzate per raggiungere obiettivi politici chiave, ma è anche realistico prevedere che un cambiamento alla Casa Bianca potrebbe innescare una nuova escalation.
A nostro parere, nel 2024, il segmento obbligazionario cinese rimane problematico e poco interessante in termini di valutazioni. Pertanto, non si deve sottovalutare l’importanza di guardare oltre la Cina, come recentemente evidenziato dalla sovraperformance di paesi come Messico, Brasile, Perù e Turchia, che rappresentano alternative interessanti.