Sostenibilità. Facciamo sul serio.
Article

L'impennata dell'Hang Seng

market snapshot

Insight
27 June 2025 |
Macro
Sebbene gli investitori globali rimangano cauti, ci sono segnali che un'allocazione un tempo poco amata potrebbe tornare mainstream.

Fast reading

  • La Cina rimane un trade contrarian, con gli investitori globali ancora cauti a causa dei nodi macro, normativi e geopolitici.
  • Hong Kong sta sovraperformando: L’indice Hang Seng è in rialzo del 23,2% su base annua1 , la sua migliore performance relativa rispetto alla Cina continentale dal 2008.
  • Gli investitori della Cina continentale stanno guidando il rally, entrando a Hong Kong attraverso lo Stock Connect (che consente agli investitori della Cina continentale di accedere al mercato di Hong Kong), nonostante le preoccupazioni per le prospettive interne della Cina.
  • I flussi istituzionali esteri rimangono contenuti, con gli hedge fund che guidano l’attività, segnalando un reimpegno tattico e non strutturale.

Il “China trade” potrebbe tornare in auge? È questa la domanda su cui hanno riflettuto gli investitori questa settimana, quando Washington e Pechino hanno firmato un accordo commerciale che sembra formalizzare una precedente stretta di mano.

James Cook, Investment Director For Emerging Markets di Federated Hermes Limited, osserva che negli ultimi quattro anni il capitale globale ha inseguito la relativa sicurezza e la performance del settore tecnologico statunitense. Al contrario, gli investitori hanno considerato l’Asia – e in particolare India, Taiwan e Cina – sempre meno investibili.

“I venti contrari sul fronte macro, l’eccesso di regolamentazione e le tensioni geopolitiche hanno spinto gli investitori a tenersi alla larga, e molti lo hanno fatto”, spiega. “L’ascesa delle strategie ‘GEMs ex-China’ è stato un chiaro segnale: gli investitori non si sono limitati a sottopesare la Cina, ma l’hanno attivamente esclusa”.

Oggi, però, la situazione sembra cambiare, almeno a Hong Kong. L’indice Hang Seng ha registrato un’impennata del 23,2% da inizio anno (YTD), segnando la più forte sovraperformance relativa dal 2008 rispetto al CSI 300, l’indice delle blue-chip della Cina continentale, che ha registrato una performance YTD del 2,2%.2

“Questa divergenza è sorprendente e la dice lunga su dove si trovi la fiducia degli investitori rispetto al complesso della Cina”, afferma Cook.

Figura 1: Come è cresciuto l'Hang Seng

I dati suggeriscono che il rally di Hong Kong non è stato guidato da afflussi esteri, ma da capitali nazionali – in particolare, da investitori continentali che accedono al mercato tramite il Southbound Connect (cfr. Figura 2).

Per Cook, ciò riflette una crescente preoccupazione per l’economia interna cinese, il che significa che gli investitori stanno guardando verso l’esterno e che i listini tech-heavy e la pipeline di IPO in ripresa di Hong Kong offrono un’alternativa interessante. “Giganti come Tencent e Alibaba – quotati a Hong Kong e negli Stati Uniti, ma non in Cina – sono diventati veicoli chiave per questa rotazione. L’ upgrade della quotazione di Alibaba a settembre, che l’ha resa idonea per i flussi Southbound, è stato un momento cruciale”, aggiunge.

Figura 2: Hong Kong - afflussi di fondi southbound rispetto all'Hang Seng

Hong Kong è in rally, ma non si tratta di un voto di fiducia su larga scala nei confronti della Cina.

Tuttavia, nonostante il rally, gli investitori istituzionali esteri rimangono in gran parte ai margini. I flussi provengono prevalentemente da hedge fund – capitali tattici e a breve termine – piuttosto che da fondi long-only con un ritorno di tipo strutturale, osserva Cook, aggiungendo che le cicatrici dei passati drawdown restano profonde.

“Anche l’entusiasmo per le ambizioni cinesi in materia di IA, brevemente riacceso dal lancio di GenAI da parte di DeepSeek a gennaio, è stato attenuato da una serie di problemi geopolitici: I dazi del ‘ Liberation Day’ e l’incertezza per la fine della pausa di 90 giorni “, aggiunge.

“In breve, Hong Kong è in rally, ma non si tratta di un voto di fiducia su larga scala nei confronti della Cina. Si tratta di un’operazione tattica, guidata da capitali nazionali e da un ottimismo selettivo. Per gli investitori stranieri, l’asticella per un nuovo impegno rimane alta”.

Le sfumature dietro le notizie

Altrove, gli investitori continuano a considerare l’impatto della cosiddetta fuga dal dollaro USA.

In questo caso, i recenti attacchi statunitensi all’Iran e la conseguente impennata dei prezzi del petrolio si sono aggiunti a un contesto economico globale già volatile e imprevedibile, con il recente declassamento dell’affidabilità creditizia degli Stati Uniti da parte di Moody’s e la performance anemica delle obbligazioni statunitensi e del dollaro, che hanno contribuito a far crescere la voce “sell America”.

Lewis Grant, Senior Portfolio Manager, Global Equities, Federated Hermes Limited, osserva che, sebbene il quadro macro degli Stati Uniti rimanga contrastante, gli indicatori economici fondamentali continuano a mostrare una certa resistenza. Inoltre, gli investitori osservano con attenzione l’approvazione del cosiddetto “One Big, Beautiful Bill”, che dovrebbe essere ampiamente favorevole ai risky asset.

“Tutto questo crea un quadro ricco di sfumature”, afferma Grant. “La scadenza della tregua tariffaria di 90 giorni il 9 luglio probabilmente riporterà le tensioni commerciali al centro dell’attenzione, aggiungendo un ulteriore livello di complessità. Tuttavia, se si faranno passi avanti – attraverso una risoluzione o un’estensione della pausa tariffaria e/o il successo dell’approvazione del disegno di legge – il sentimento verso i mercati statunitensi potrebbe migliorare significativamente”.

Per saperne di più su Asia ex-Japan Equity e Global equities.

BD016153

Related insights

Lightbulb icon

Get the latest insights straight to your inbox