Figura 1: I mercati emergenti hanno sovraperformato i mercati sviluppati e gli Stati Uniti YTD
Una serie di fattori macroeconomici, strutturali e geopolitici hanno favorito la sovraperformance dei mercati emergenti quest’anno.
- Le azioni dei mercati emergenti hanno iniziato il 2025 con valutazioni storicamente basse rispetto ai mercati sviluppati e le aspettative di una crescita degli utili a due cifre quest’anno e il prossimo hanno attratto capitali.
- Un dollaro più debole ha sostenuto le valute e gli asset dei mercati emergenti e un cambiamento nel sentiment del mercato, lontano dall’eccezionalismo americano, ha portato a una riallocazione verso le regioni emergenti più sottovalutate.
- Molte banche centrali nei mercati emergenti hanno beneficiato di una maggiore flessibilità politica, grazie alla moderazione dell’inflazione in tutto il mondo. I precedenti tagli dei tassi hanno sostenuto la crescita e il sentiment degli investitori.
- L’India, il Sud-est asiatico e il Medio Oriente stanno beneficiando dell’aumento dei consumi interni, della rapida adozione della digitalizzazione e degli investimenti nelle infrastrutture
- In Cina, i segnali di stabilizzazione economica, il sostegno fiscale e l’innovazione guidata dall’intelligenza artificiale hanno migliorato il sentiment. A nostro avviso, l’eccesso di risparmi e le basse valutazioni suggeriscono margini di rivalutazione.
- Taiwan e Corea del Sud restano centrali nello sviluppo globale dell’intelligenza artificiale (IA), fornendo semiconduttori e infrastrutture.
- I mercati emergenti si stanno trasformando in hub commerciali, con flussi intraregionali e guidano catene del valore che stanno acquisendo notevole importanza.
- Sebbene l’impatto iniziale dei dazi statunitensi del “Liberation Day” sia stato duro, la successiva moderazione della politica e l’adattabilità di molti paesi emergenti hanno ridotto al minimo l’impatto complessivo delle barriere commerciali, consentendo a molti paesi emergenti di riprendere slancio.
Rotazione di stile
Negli ultimi mesi il contesto per i mercati emergenti è diventato sempre più favorevole, con diversi fattori contrari di natura macroeconomica e stilistica in attenuazione.
All’inizio dell’anno, le strategie growth hanno dovuto affrontare degli ostacoli, poiché gli investitori hanno privilegiato yield e value in un contesto di maggiore incertezza macroeconomica. Questa dinamica si è ora invertita, perché il growth non è più caro mentre value e yield sono meno convenienti.
Questo cambiamento ha contribuito a riequilibrare la leadership del mercato, consentendo ai portafogli orientati alla qualità e alla crescita di riprendere slancio.
Figura 2: Torna la preferenza per i titoli growth dei mercati emergenti
Venti favorevoli macro fino al 2026
- L’inflazione si sta moderando e si prevede che le banche centrali, in particolare la Federal Reserve statunitense, taglieranno ulteriormente i tassi.
- Il dollaro statunitense si è indebolito, eliminando un ostacolo fondamentale per gli asset dei mercati emergenti.
- Le tensioni geopolitiche si sono allentate, con prezzi del petrolio più bassi e meno conflitti attivi che hanno contribuito a un clima più sereno a livello globale.
Per saperne di più su Global Emerging Markets Equity
BD016562







